In Primo Piano

In Primo Piano25/01/2016

AVVISO PUBBLICO PER MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER L’AFFIDAMENTO DI INCARICO DI SUPPORTO AL RUP RELATIVO ALLA RIQUALIFICAZIONE DI VIA MARCO LONGO E LARGO MAESTRO SALVATORE LOMBARDO ED AI PROCEDIME

 AVVISO PUBBLICO PER MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER L’AFFIDAMENTO DI INCARICO DI  SUPPORTO AL RUP RELATIVO ALLA RIQUALIFICAZIONE DI VIA MARCO LONGO E LARGO MAESTRO SALVATORE LOMBARDO ED AI PROCEDIMENTI RELATIVI ALLE ATTIVITÀ DI GESTIONE DEGLI INTERVENTI CONSEGUENTI AGLI EVENTI SISMICI DEL 1980-81 E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI. (ART. 10, COMMA 7, D. LGS. N. 163/2006)

CIG: Z96182E82A

In Primo Piano06/02/2015

Allegati bando di gara Errata Corrige

Si fa riferimento ai bandi di gara relativi ai lavori di :

 

1)Rifunzionalizzazione della rete fognaria ed intervento di riqualificazione urbana

2) Lavori di adeguamento delle condizioni del plesso scolastico N. Pecorelli sotto il profilo delle norme vigenti in materia di sicurezza, igiene, agibilita' e rimozione amianto.

Al riguardo si specifica che per mero errore non sono stati caricari correttamente gli allegati ai predetti bandi da gara, pertato si invitano tutti gli operatori economici interessati alla partecipazione, ad utilizzare gli  allegati opportunamente rettificati nelle comunicazioni di gara presenti sul sito asmecomm Gare Telematiche. Il RUP

In Primo Piano11/08/2014

Normativa Autorità di Bacino 2014

PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale G R U P P O D I P R O G E T T O Il SEGRETARIO GENERALE avv. Luigi Stefano Sorvino R.U.P. COORDINATORE arch. Marina Scala arch. Paolo Tolentino ASPETTI GEOLOGICI SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE geol. Federico Baistrocchi dr. Alberto Albano geol. Stefania Coraggio geom. Antonino Paroli geol. Antonella Guerriero geol. Paolo Mirra ASPETTI AMMINISTRATIVI sig. Oreste Alfano ASPETTI IDRAULICI geom. Ciro Papa ing. Massimo Della Gatta geom. Luigi Beracci ing. Luigi Fariello sig.ra Felicetta Napolitano ing. Luigi Iodice sig.ra Giuseppina Terracciano ASPETTI TERRITORIALI SUPPORTO TECNICO - GIURIDICO arch. Marina La Greca ing. Mauro Biafore (Settore Protezione Civile) arch. Ornella Piscopo dr. Orlando Battipaglia (Settore Politica del Territorio) arch. Mauro Vincenti ing. Vincenzo Parità (Settore Politica del Territorio) avv. Angelo Marzocchella (Avvocatura Regionale) Norme di Attuazione Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 1. Finalità e contenuti del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico Articolo 2. Definizioni Articolo 3. Elaborati del piano Articolo 4. Ambito territoriale di applicazione Articolo 5. Procedimento di adozione e pubblicità del piano stralcio Articolo 6. Efficacia ed effetti del piano stralcio adottato e approvato. Articolo 7. Pareri dell’Autorità di Bacino TITOLO II - RISCHIO IDRAULICO CAPO I - PRESCRIZIONI COMUNI PER LE AREE A RI Articolo 8. Disposizioni generali per le aree a rischio idraulico e per gli interventi ammissibili Articolo 9. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico CAPO II - RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO Articolo 10. Interventi consentiti nelle aree a rischio idraulico molto elevato Articolo 11. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio Articolo 12. Interventi consentiti in materie di opere ed infrastrutture pubblico CAPO III - RISCHIO IDRAULICO ELEVATO Articolo 13. Interventi consentiti nelle aree a rischio idraulico elevato Articolo 14. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio CAPO IV - RISCHIO IDRAULICO MEDIO E Articolo 15. Interventi consentiti nelle aree a rischio idraulico medio e moderato TITOLO III - RISCHIO DA FRANA CAPO I - PRESCRIZIONI COMUNI PER LE AREE A RISCHIO DA FRANA Articolo 16. Disposizioni generali per le aree a rischio da frana e per gli interventi ammissibili Articolo 17. Disposizioni generali per le aree a rischio di sprofondamento Articolo 18. Interventi di mitigazione del rischio da frana CAPO II - RISCHIO MOLTO ELEVATO DA Articolo 19. Interventi consentiti nelle aree a rischio molto elevato da frana Articolo 20. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio Articolo 21. Interventi consentiti in materia di opere e infrastrutture a ret CAPO III - RISCHIO ELEVATO DA FRANA Articolo 22. Interventi consentiti nelle aree a rischio elevato da frana Articolo 23. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio CAPO IV - RISCHIO MEDIO E MODERATO Articolo 24. Interventi consentiti nelle aree a rischio medio e moderato da frana INDICE RISCHIO IDRAULICO TO a rete pubbliche o di interesse MODERATO FRANA rete pubbliche e di interesse pubblico DA FRANA 1 di 31 3 3 4 6 8 8 8 9 10 10 10 12 12 12 12 13 14 14 14 15 15 16 16 16 17 18 18 18 18 e 19 20 20 20 20 20 Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico TITOLO IV - DISPOSIZIONI PER LA TUTELA DAL PERICOLO E PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO CAPO I - PRESCRIZIONI GENERALI Articolo 25. Finalità e contenuti Articolo 26. Disposizioni generali Articolo 27. Principi per la prevenzione del rischio idrogeologico in materia di protezione civile Articolo 28. Criteri per le azioni di riqualificazione ambientale e di recupero naturalistico Articolo 29. Esercizio delle attività silvocolturali Articolo 30. Disciplina delle attività estrattive CAPO II – PERICOLOSITÀ IDRAULICA Articolo 31. Definizione di area soggetta a pericolo idraulico CAPO III - LA DISCIPLINA SPECIFICA DELLE AREE INONDABILI Articolo 32. Assetto del regime idrografico Articolo 33. Studio di compatibilità nelle aree a R CAPO IV – PERICOLOSITA’ RELATIVA (SUSCETTIBILITA’) DA FRANA Articolo 34. Definizione di area soggetta a pericolosità relativa da frana CAPO V - LA DISCIPLINA SPECIFICA DELLE AREE SOGGETTE A PERICOLOSITA’ RELATIVA DA FRANA Articolo 35. Difesa dai fenomeni franosi Articolo 36. Studio di compatibilità nelle aree a Rischio da Frana Articolo 37. Disciplina delle opere in sotterraneo e interrate Articolo 38. Viabilità minore in aree montane e collinari Articolo 39. Gestione dei vincoli idrogeologici CAPO VI – DISPOSIZIONI PER LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO NELLE AREE A PERICOLOSITA’ IDROGEOLOGICA Articolo 40. Prescrizioni generali TITOLO V - ATTUAZIONE E MODIFICHE DEL PIANO Articolo 41. Aggiornamento e varianti del piano Articolo 42. Norme di rinvio Articolo 43. Norme transitorie - Disciplina applicabile ai procedimenti pendenti alla data di adozione del PAI e Rischio Idraulico n 2 di 31 22 22 22 22 22 23 23 24 24 24 25 25 25 25 25 26 26 26 27 28 28 28 28 29 29 30 30 Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 1. Finalità e contenuti del 1. Il presente piano costituisce stralcio funzionale del piano di bacino ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico mediante il quale sono pianificate e gli interventi riguardanti l’assetto idrogeologico del territorio di competenza dell’Autorità di bacino Regionale della Campania Centrale . 2. Ai sensi della vigente normativa di settore il piano stralcio pe a) individua le aree a rischio idrogeologico molto elevato, elevato, medio e moderato, ne determina la perimetrazione, stabilisce le relative prescrizioni; b) delimita le aree di pericolo idrogeologico quali oggetto di azioni organiche prevenire la formazione e l'estensione di condizioni di rischio; c) indica gli strumenti per assicurare coerenza tra la pianificazione stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico e la pianificazione territoriale della Regione Campania, anche a scala provinciale e comunale; d) individua le tipologie e eliminazione delle condizioni di rischio e delle relative priorità, a completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti. 3. In tutte le aree perimetrate con situazioni di rischio o di pericolo il piano persegue scala di bacino, in particolare gli obiettivi di: a) prevedere e disciplinare vincoli e limitazioni d’uso del suolo, le attività e gli interventi antropici consentiti, le prescrizioni e le diverse tipologie di aree a rischio e di pericolo, nei casi più delicati subordinatamente ai risultati di appositi studi di compatibilità idraulica o idrogeologica; b) stabilire norme per il corretto uso del territorio e delle riso l'esercizio compatibile delle attività umane a maggior impatto sull'equilibrio idrogeologico del bacino; c) dettare disposizioni territoriale, con la costituzione di vincoli, prescrizi in relazione ai diversi gradi di rischio; d) conseguire condizioni accettabili di sicurezza mediante la programmazione degli interventi non strutturali ed interventi strutturali e la definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti; e) programmare la sistemazione, la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua, anche attraverso la moderazione delle piene e la manutenzione delle opere, ad modalità di intervento che privilegino la conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; f) programmare altresì la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture, adottan conservazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; Piano Stralcio per l'Assetto I programmate le azioni, le norme d’uso del suolo e per l'assetto idrogeologico: rovinciale la programmazione degli interventi di mitigazione o trate azioni di prevenzione nelle risorse naturali nonché per per l’adeguamento della strumentazione urbanistico prescrizioni e destinazioni d’uso del suolo idraulica e geologica inizione adottando modalità di intervento che privilegino la 3 di 31 cio Idrogeologico tecnico-operativo r per persegue, alla rse urbanisticooni del territorio adottando do Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico g) definire le necessità di manutenzione delle opere in funzione del grado di sicurezza compatibile e del rispettivo livello di efficienza h) indicare le necessarie attività di prevenzione, di allerta e di monitoraggio dello stato dei dissesti. 4. Il piano stralcio inoltre: a) definisce un quadro conoscitivo dei processi di versante e fluviali attraverso la raccolta, l’organizzazione e rappresentare il quadro dei fenomeni dell’intero bacino su elaborati c scala al 1: 5000 sulla base del predetto quadro conoscitivo. b) individua e perimetra le aree classificate pericolose considerando la propensione ai dissesti e le rispettive interferenze con la presenza di beni e interessi vulnerabili; Articolo 2. Definizioni 1. Ai fini di una corretta interpretazione delle norme e degli elaborati di piano si assumono le definizioni di seguito ripor a) Pericolosità idrogeologica: probabilità di occorrenza di un fenomeno di tipo idraulico entro un dato intervallo di tempo ed in una data area; b) Pericolosità relativa (suscettibilità) da frana: previsione spaziale, tipologica, dell’intensità e dell’evoluzione del fenomeno franoso; c) Rischio idrogeologico: entità del danno atteso in una data area ed in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di un fenomeno di tipo idraulico e/o gravitativo di versante (frana) secondo l dove:  P (pericolosità): probabilità di accadimento, all’interno di una certa area e in un certo intervallo di tempo, di un fenomeno naturale di assegnata intensità;  E (elementi esposti): persone e/o beni e/o attività (economiche, sociali, ecc.) esposte ad un evento naturale;  V (vulnerabilità): grado di capacità (o incapacità) di un sistema/elemento a resistere all’evento naturale;  Dp (danno potenziale): grado naturale di data intensità, funzione sia del valore che della vulnerabilità dell’elemento esposto; d) Rischio atteso: il nuovo livello di rischio prodotto dalla variazione, in una data area, di uno o più fattori determinano il grado di rischio esistente; e) Rischio accettabile: il livello di rischio conseguente alla nuova realizzazione di opere e/o attività che non superi il valore di R2, secondo la definizione ed efficacia; l’integrazione delle conoscenze disponibili, in modo da ed a rischio idrogeologico, nizioni riportate: ll’intensità la seguente formulazione: R = P x E x V = P x Dp (abitazioni, strutture, infrastrutture, ecc.) di perdita prevedibile a seguito di un fenomeno (pericolosità P, valore esposto E, vulnerabilità V) che 4 di 31 cartografici in a di cui al Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico D.P.C.M. 29 settembre 1998, e tale che i costi che gravano sulla collettività per lo stato di rischio che si andrà a determinare siano minori dei benefici socioeconomici conseguiti dall’opera o dall’attività; f) Pericolosità residua: il livello di della realizzazione di un intervento di sistemazione idrogeologica; g) Ambito morfologico significativo: l’intera area caratterizzata dallo sviluppo di un fenomeno di dissesto pericolosità da frana h) Rischio residuo: il livello di rischio che persiste in una data area a seguito della realizzazione di un intervento di sistemazione idrogeologica; i) Area di attenzione: area oggetto di intervento di mitigazione dell rischio, che necessita di continuo monitoraggio per la verifica dell’efficienza delle opere; j) Area di cava: area interessata da potenziali fenomeni franosi è assunto precauzionalmente come massimo; k) Reticolo idrografico superficiale: l’insieme dei corsi d’acqua e delle aste torrentizie, con esclusione dei sistemi di drenaggio artificiali, che convogliano le acque superficiali e che nella cartografia del presente Piano sono indicati come: “reticolo idrografico”, “aste incise”, “a l) Versanti occupati interamente venuto meno l’assetto naturale antropici che hanno profondamente morfologica; m) Alveo strada: elemento a rischio idraulico molto elevato per la compresenza di funzioni idrauliche ed antropiche n) Opere in sotterraneo: manufatti costruiti totalmente nel sottosuolo mediante operazioni coordinate di asportazione del terreno e/o roccia in posto e di messa in opera degli eventuali interventi di stabilizzazione delle cavità o) Opere interrate: manufatti costruiti al di sotto dell’originario piano campagna previo sbancamento a cielo p) Categorie degli insediamenti classificazione delle Case sparse - Case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato. Nucleo abitato - centro abitato, costituita da un gruppo di case contigue o vicine, con almeno cinque famiglie e con interposte strade, sentieri, spiazzi, aie, piccoli orti, piccoli incolti e simili, purc sia in ogni modo inferiore a quello intercorrente tra il nucleo stesso e la più vicina delle case manifestamente sparse. Centro abitato - Aggregato di case contigue o vicine con interposte e simili, o comunque brevi soluzioni di continuità, caratterizzato dall’esistenza di servizi od esercizi pubblici (quali, ad esempio una chiesa regolarmente officiata, una scuola, una stazione ferroviaria, tranviaria o automobilistica, un uf pericolosità che persiste in una data area a seguito idrogeologico, anche potenziale, che determina la frana; rografico alveo strada” e “tratto tombato”; da interventi antropici – aree di versante in cui è originario per l’esistenza di modificato e alterato l’origin ; aperto e successivo rinterro insediamenti: nel presente Piano si è utilizzata la seguente tipologie di insediamento in conformità alle definizioni ISTAT: Località abitata, priva del luogo di raccolta che caratterizza il purché l’intervallo tra casa e casa non superi una trentina di metri e 5 di 31 e, della pericolosità e del il cui livello di rischio rilevanti interventi l’originaria configurazione hé strade, piazze ufficio Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico pubblico, una rivendita di generi di privativa, una farmacia o un dispensario farmaceutico, un negozio e simili) costituenti la condizione autonoma di una forma di vita sociale, e generalmente determinanti un luogo di raccolta ove sogliono concorrere anche gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni di culto, istruzione, affari, approvvigionamento e simili, in modo da manifestare l’esistenza di una forma di vita sociale coordinata dal centro stesso q) Zone territoriali omogenee valutazione del danno atteso territorio in zone omogenee di cui al D.M. 1444/68. r) Definizione degli interventi di della presente normativa, l’individuazione degli interventi di tipo urbanistico diversa pericolosità idrogeologica è riferita alla classificazione di cui al DPR 6 giugno 2001, n. 380 e ss.ii.mm devono intendersi urbanistici comunali vigenti; infatti i divieti ed i limiti delle riferiti alla natura sostanziale dell’intervento, a prescindere dalla cui gli stessi sono ascritti in base ai singoli strumenti urbanistici. s) Carico insediativo e Carico urbanistico (aumento del) insediativo tutto quanto riguarda gl raggruppamento delle dimore dell'uomo che possono essere di tipo produttivo, residenziale, turistico quegli aspetti relativi agli "oggetti" fisici all'espletamento di tutte le attività ad essi connesse, siano esse di tipo abitativo, produttivo o inerenti lo svago ed il tempo libero. Il carico urbanistico (residenziale, produttivo, turistico opere collettive, in dipendenza del numero di abitanti insediati su un determinato territorio. Articolo 3. Elaborati del piano 1. Costituiscono parte integrante del presente Piano i seguen di progetto:  Relazione Generale  Relazione Idraulica  Relazione Idrologica  Relazione Geologica  Norme di Attuazione ed Allegati Tecnici  Quaderno delle opere tipo  Elaborati cartografici: stesso. omogenee: Nell’ambito del presente Piano, anche ai fini del atteso, si è utilizzata la classificazione convenzionale del carattere urbanistico-edilizio: ai fini dell’applicazione per ragioni di omogeneità a scala di urbanistico-edilizio ammissibili nelle aree a . mm. che per le finalità proprie delle presenti Norme, prevalenti rispetto alle prescrizioni contenute negli strumenti presenti norme ra del): si intende per Carico gli insediamenti umani, la distribuzione ed il turistico-ricettivo. Il concetto di carico insediativo può essere legato a realizzati dall'uomo e finalizzati urbanistico, è l'effetto che viene prodotto dall'insediamento primario turistico-ricreativo etc..) come domanda di strutture ed seguenti elaborati enerale 6 di 31 della i bacino, oprie vanno classificazione in i i to ti elaborati: Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico - Carta della Pericolosità da F - Carta del Rischio da F - Carta della Pericolosità I - Carta della v scala 1:5000 - Carta del Rischio Idraulico - Carta degli s strutture ed infrastrutture antropiche, di analisi: - Carta della m - Carta dei parchi, oasi e riserve naturali - Carta delle infrast 1:75000 - Carta del valore esposto, scala 1:75000 - Carta della pericolosità Sismica Nazionale G - Carta dei sinkholes Regione Campania - Relazione uso del suolo - Carta di sintesi aspetti vegetazionali e pericolosità geomorfologica 1:5000 * * elaborati già disponibili sul sito AdB in quanto facenti parte del vigente PSAI ex AdB Sarno. 2. Costituiscono altresì elaborati di analisi propedeutici alla redazione del presente Piano le seguenti cartografie, schede e documenti di indagine e studio, non parte integrante del Piano, ma a disposizione per la consultazione presso la sede dell’Autorità di Bacino - Carta inventario fenomeni franosi - Carta geolitologica - Carta geomorfologica - Carta delle coperture - Carta della suscettibilità all’innesco da frana - Relazione metodologica . per frane in roccia - Studio multid - Sistema di early Frana, scala 1:5000 Frana, scala 1:5000 Idraulica, scala 1:5000 vulnerabilità idraulica a carattere topografico (bacino Sarno), Idraulico, scala 1:5000 scenari del rischio idrogeologico R3 ed R4, relativo alle principali scala 1:5000 mosaicatura P.R.G. – P.U.C., scala 1:75000 archi, naturali, scala 1:75000 infrastrutture – rete natura 2000 – beni archeologici Sismica, scala 1:75000 desunta da dati Geofisica e Vulcanologia di origine naturale, scala 1:75000 desunta da dati della – Difesa del Suolo – rischio idrogeologico* suscettibilità all’innesco al transito e all’invasione multidiciplinare ed integrato di un versante in roccia dell’isola d’ischia early-warning per la mitigazione del rischio 7 di 31 ulnerabilità , archeologici, scala , dell’ Istituto geomorfologica, scala Bacino: ciplinare Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico Articolo 4. Ambito territoriale 1. Il piano stralcio con le relative norme di attuazione e prescrizioni si applica al territorio di competenza dell’Autorità di B individuato a seguito L.R. n. 2. Il perimetro del territorio di comp nella cartografia allegata al piano, basata sulla C.T.R. 2004, secondo gli indirizzi di cui al D.P.R. 14 aprile 1994. Articolo 5. Procedimento di adozione e pubblicità del piano stralcio 1. Il piano stralcio è adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale tenuto con indetta dalla Regione Campania, ai sensi della legislazione vigente, alla quale partecipano le Province ed i C 2. L’Autorità di Bacino provvede alla pubblicazio Bollettino Ufficiale della Regione Campania. 3. Copie integrali del piano adottato su supporto informatico sono d l’Autorità di Bacino Re Benevento, Caserta, Napoli e Salerno e la Regione Campania. Di tale deposito è data comunicazione ai Comuni interessati. Articolo 6. Efficacia ed effetti del piano stralcio adottato e approvato. 1. Le norme di attuazione e le prescrizioni contenute nel piano stralcio hanno carattere immediatamente vincolante per amministrazioni ed enti pubblici nonché per i soggetti privati; i Comuni, le Amministrazioni Provinciali, le Comunità Montane e tutti gli Enti territorialmente interessati dal Piano di Bacino sono comunque obbligati ad adeguare i rispettivi strumenti di pianificazione e programmazione a norma della legislazione vigente. 2. In conformità del presente Piano si conferma l’obbligo di adozione e/o adeguamento, da parte degli organi di protezione civile, della conseguente pianificazione di emergenza ai sensi delle disposizioni di legge, con particolare riguardo alla legge 225/92, così come modificata dalla L. 100/12 3. I Programmi regionali ed i piani territoriali agricole, zootecniche ed agroforestali, alla tutela della qualità delle acque, alla gestione dei rifiuti, alla tutela dei beni ambientali e alla bonifica dei siti inquinati, alle attività estrattive, a reti e servizi infrastrutturali di rilevanza strategica ed economico all’uso del territorio per attività produttive (industriali, commerciali, e/o comunque di rilevante valore socio-economico), vanno coordinati con il presente Piano Stralcio. A tal fine le autorità competenti provvedono entro dodici mesi dall’ approvazione ad adeguare i propri strumenti di pianificazione e programmazione. to di applicazione etenza Bacino Regionale della Campania Centrale così come 1 del 27/01/2012. competenza dell’ Autorità di Bacino è specificamente indicato a ttato conto del parere della Conferenza P Comuni interessati. pubblicazione dell’avviso di adozione del P acino Regionale della Campania Centrale, le Province di Avellino, uazione ente arte 12. quali, in particolare, quelli relativi ad attività i ine 8 di 31 egionale etenza to Programmatica ne Piano sul depositate presso economico-sociale, Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 4. I Comuni hanno l’obbligo di introdurre nei certificati di destinazione urbanistica le informazioni sulle perimetra Articolo 7. Pareri dell’Autorità di Bacino 1. L'Autorità di Bacino esprime pareri preventivi fine di valutarne la compatibilità con le norme di attuazione del piano stra l’assetto idrogeologico. 2. Sono sottoposti all'Autorità di bacino per l’espressione del parere i seguenti atti: a) i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale; b) gli strumenti urbanistici comunali e loro varianti generali, c) i piani attuativi degli d) le varianti particolari e) i progetti di opera pubblica f) i piani di settore industriale e commerciale ed ogni altro piano territoriale ricadute ai fini del rischio idrogeologico g) i piani regionali delle attività estrattive e i progetti di ricomposiz delle aree di cava ricadenti in aree a rischio h) i programmi di intervento per la mitigazione del rischio; i) i progetti di opere strutturali j) i Piani di Emergenza idrogeologico; k) le proposte di varianti al Piano l) gli studi di approfondimento nelle parti del territorio indicate dal Piano come “area ad elevata suscettibilità “fasce di possibile crisi idraulica presenza di alvei strada” liquido e trasporto solido da alluvionamento” 3. I piani, i programmi, gli studi e i progetti, questi ultimi da sottoporre al parere dell’Autorità di Bacino ad un livello di progettazione definitiva, di cui al precedente devono: - trovare corrispondenza ed pericolosità e del rischio idrogeologico del Piano Stralcio Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino; - contenere lo studio di compatibilità idraulica compatibilità geolog 4. Nel caso gli Enti competenti presentino progetti, in particolare di opere infrastrutturali primarie, a livello di progettazione preliminare, questi dovranno contenere gli studi di compatibilità idrogeologica perimetrazioni delle aree a pericolosità e rischio idrogeologico. acino preventivi-obbligatori sugli atti di strumenti urbanistici comunali ricadenti in aree a rischio; degli strumenti urbanistici comunali ricadenti in aree a rischio o di interesse pubblico ricadenti in aree a rischio e loro varianti generali, in materia urbanistica, di sviluppo o di settore idrogeologico; per la mitigazione del rischio; di Protezione Civile limitatamente agli scenari di rischio Stralcio da parte degli Enti Locali; di allagamento ubicata al puntuale e/o diffusa”, “fasce di attenzione per la e “area a suscettibilità alta per fenomeni porto alluvionamento”. i, essere sovrapponibili con le di cui all’art. 33 geologica di cui all’art. 36. propri del livello della progettazione definitiv 9 di 31 sua competenza al stralcio per rischio; rischio; che abbia ricomposizione ambientale Stralcio piede di valloni”, ”, di trasporto comma 1., cartografie delle e/o lo studio di definitiva. Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico TITOLO II - RISCHIO IDRAULICO CAPO I - PRESCRIZIONI COMUNI PER LE AREE A RISCHIO IDRAULICO Articolo 8. Disposizioni generali per le aree a rischio idraulico e per gli interventi ammissibili 1. Gli elaborati tecnici individuati nell’allegato “Elenco Elaborati del Pian l’Assetto Idrogeologico” definiscono per il bacino idrografico le aree a rischio idraulico molto elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1), i punti e le fasce di possibile crisi idraulica localizzata e/o diffusa, le aree ad elev allagamento ubicate al piede dei valloni e 2. In tutte le condizioni di rischio descritte al punto 1. presente Titolo II, le disposizioni del Titolo 3. Nelle aree a rischio idraulico esistenti alla data di adozione del Piano Stralcio, osservando le cautele e le prescrizioni disposte dal presente Titolo II ai attivati i Piani di Emergenza e di Protezione Civile redatti ai sensi della L. 100/2012. 4. Nelle stesse aree sono consentiti esclusivamente i nuovi interventi indicati nei e IV del presente Titolo II, anche con riferimento ai paragrafi 3.1.a) e 3.1.b) del 29 settembre 1998, nel rispetto delle condizioni e delle prescrizioni generali stabilite nei commi seguenti e nello studio di compatibilità idraulica di cui 5. Per tutte le nuove attività, opere e sistemazioni che prevedono un uso del te diverso da quello rappresentato nelle cartografie di Piano si dovrà valutare preliminarmente, attraverso l’applicazione delle livello di “rischio atteso” attività, opere e sistemazioni con le prescrizioni del presente Piano verificata alla luce del “rischio atteso” determinato. 6. Tutte le nuove attività, opere e sistemazioni e tutti i nuovi interventi consentiti nelle aree a rischio idraulico devono essere, rispetto alla pericolosità idraulica dell’area, tali da: a) migliorare o comunque non peggiorare le condizioni di funzionalità idraulica; b) non costituire in nessun caso un fattore di aumento della pericolosità idraulica né localmente, né nei territori a valle o a monte, producendo significativi ostacoli al normale libero deflusso delle acque ovvero causando una riduzione significativa della capacità di invaso delle aree interessate; c) non costituire un elemento pregiudizievole specifiche cause di rischio esistenti; d) non pregiudicare le sistemazioni idrauliche definitive né la realizzazione degli interventi previsti dalla pianificazione di bacino o dagli strumenti di programmazione provvi e) garantire condizioni adeguate di sicurezza durante la permanenza di cantieri mobili, in modo che i lavori si svolgano senza creare, neppure temporaneamente, o gli alvei strada. si applicano, oltre a quelle del IV. continuano a svolgersi le attività antropiche ed economiche Capi II, III e IV e dal Titolo IV, a condizione che siano all’art. 33 matrici del rischio di cui all’ come esplicitato nell’art. 39. La compatibilit o all’attenuazione o all’eliminazione delle provvisoria e urgente; 10 di 31 Piano Stralcio per elevata suscettibilità di V, Capi II, III D.P.C.M. 33. territorio all’Allegato C, il compatibilità delle nuove deve essere Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico un ostacolo significativo al regolare deflusso delle acque, un significativo aumen del livello di rischio o del grado di esposizione al rischio esistente; f) limitare l’impermeabilizzazione superficiale del suolo impiegando tipologie costruttive e materiali tali da controllare la ritenzione temporanea delle acque anche attraverso adeguat g) rispondere a criteri di basso impatto ambientale; è pertanto necessario, ogni qualvolta possibile, prevedere l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica di cui al D.P.G.R.C. n. 574 del 22 luglio 2002. 7. Nelle aree perimetrate a rischio idraulico ed anche a rischio da frana, le prescrizioni relative si applicano contemporaneamente, ciascuna operando in funzione della rispettiva finalità. 8. Le disposizioni più restrittive, tra quelle di cui al comma precedente, preval su quelle meno restrittive. 9. Nelle parti del territorio, indicate singolarmente dal piano come “area ad elevata suscettibilità di allagamento idraulica localizzata/diffusa”, quali è possibile accertare il livello di pericolosità ed il relativo grado di rischio solo mediante studi, rilievi e indagini di dettaglio, la realizzazione di ogni attività, intervento ed opera è subordinata alla preventiva verifica dell’estensione areale e dell’intensità del possibile evento di crisi mediante gli studi di compatibilità idraul art. 33. L’area da indagare è assunta, in prima approssimazione, come quella racchiusa in una circonferenza di diametro pari a aree di crisi idraulica poste al punto di crisi idraulica pu condizione di criticità, ovvero in una fascia di ampiezza pari a 400 m in asse all’alveo (casi di crisi diffusa). Tali aree sono sono soggette ai disposti di cui al presente titolo II 10. Per gli alvei strada deve essere ripristinata la funzionalità idraulica attraverso idonee opere di separazione atte a rendere la funzione di strada distinta da quella di deflusso delle acque; nelle more di tali interventi le Autorità di protezione civile devon opportune misure per la regolazione e 11. Le aree riportate nella carta della pericolosità idraulica come “area caratterizzata dalla presenza di falda sub affiorante sono soggette ai disposti di cui al presente Titolo II, Capo IV. 12. Tutti gli interventi e le opere destinate alla prevenzione ed alla protezione del territorio dal rischio idraulico devono essere sottoposti, dall’amministrazione territorialmente competente, ad un idoneo piano di azioni ordinarie di manutenzione, tese a garantirne nel tempo la necessaria funzionalità. 13. Nelle aree perimetrate contestualmente a diverso livello di pericolosità da alluvionamento o da flusso iperconcentrato e da esondazione prevale e vi perimetrata la classe di rischio più elevata, derivante dalla sovrapposizione delle condizioni di pericolosità maggiori con i valori esposti presenti nella determinata area; adeguate reti di regimazione e di drenaggio; e ubicata al piede di valloni”, “punti/fasce di possibile crisi “fasce di attenzione per la presenza di alvei strada”, dinata idraulica di cui al successivo . 50/100 m. in ragione dei bacini sottesi, piede dei valloni, di diametro pari a 50 puntuale, per una fascia di 50 m. in asse agli considerate a pericolosità idraulica elevata P3, e posti II. e/o il divieto del transito. sempre considerate a rischio idraulico R1, e sono 11 di 31 aumento prevalgono sempre per le ica per le m. con centro nel alvei strada in devono adottare viene Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 14. Per i manufatti isolati ricadenti nelle aree a pericolosità idraulica indivi Piano è assunto, in via preca corrispondente livello di danno atteso D4 15. Per gli areali che il piano indica come aree soggette ad attività di studio finalizzate alla verifica dell’intensità del possibile evento di crisi lo studio è condotto dagli Enti territorialmente competenti a pianificare e programmare l’uso urbanistico delle aree in questione. 16. Nel caso in cui un manufatto edilizio interessata da diversi livelli di rischio incluso nell’area a rischio 17. La valutazione del livello di rischio cui sono esposti eventuali elementi non cartografie di Piano , così come quella relativa al “rischio atteso” relativo a nuovi interventi, viene effettuata secondo le carte di pericolosità idraulica e della vulnerabilità a carattere topografico dove disponibili , con i criteri del rischio” di cui all’Allegato C Rischio Accettabile e Rischio atteso di cui all’articolo 2 Articolo 9. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico 1. Nelle aree perimetrate a rischio idraulico sono ammessi: a) gli interventi idraulici e le opere idrauliche per la messa in sicurezza delle aree e per la riduzione o l’eliminazione del rischio; b) gli interventi di sistemazione e miglioramento ambientale finalizzati rischio idraulico. 2. Gli interventi strutturali idraulico relativi a manufatti medesimi manufatti risultino urbani titoli abilitanti. CAPO II - RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO Articolo 10. Interventi consentiti nelle aree a rischio idraulico molto elevato 1. Nelle aree a rischio idraulico molto elevato del bacino idrografico Centrale sono consentiti esclusivamente tutti gli interventi e le attività espressamente ammessi ai sensi del presente 2. Nelle aree a rischio idraulico molto elevato si applic Articolo 11. Interventi consentiti sul p 1. Tutti gli interventi di cui al presente articolo devono essere attuati senza aumenti di superficie o volume utile entro e fuori terra e senza aumento del carico urbanistico. precauzionale, il valore esposto E4 (molto elevato) (danno altissimo); erifica edilizio, ricada solo parzialmente in un’ rischio, lo stesso deve essere considerato e/o nella classe di rischio più gravosa. delle “Tabelle per la determinazione delle presenti Norme, ed in riferimento alle definizioni di erimetrate strutturali, finanziati con fondi pubblici, per la mitigazione del rischio esistenti sul territorio sono ammissibili solo nel caso in cui i urbanisticamente conformi ed edificati capo. applicano le disposizioni del Titolo patrimonio edilizio 12 di 31 individuate dal presente ed il un’area a rischio, o sia totalmente riportati nelle a ridurre il sticamente in virtù di legittimi della Campania ano IV. Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 2. Nelle aree perimetrate a rischio idraulico molto elevato sono e relazione al patrimonio edilizio a) la demolizione senza ricostruzione; b) la manutenzione ordinaria e straordinaria; c) il restauro, il risanamento conservativo; d) gli interventi finalizzati a mitigare la vulnerabilità del patr interventi è ammesso un aumento di superficie utile non superiore a quella esposta ad allagamento dei singoli edifici, purché con contestuale dismissione delle stesse superfici esposte e purché sia effettuata la verifica struttur sull’idoneità delle fondazioni e delle altre strutture portanti; e) l'installazione di impianti tecnologici essenziali e non altrimenti localizzabili a giudizio dell'autorità competente al rilascio del titolo abilitativo, posti a servizio di edifici esistenti, unitamente alla realizzazione di volumi tecnici connessi, purchè si tratti di interventi conformi agli strumenti urbanistici, e sempre che l’installazione di tali impianti non comporti aumento del f) gli interventi di adeguamento ig g) gli interventi di sistemazione e manutenzione di superfici scoperte di edifici esistenti (rampe, muretti pertinenziali e a condizione che non creino nuove interferenze con il libero deflusso delle acque h) i mutamenti di destinazione d’uso, a condizione che gli stessi non comportino aumento del rischio, inteso come incremento di uno o più dei fattori che concorrono a determin i) l’adeguamento degli edifici alle norme vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche ed in j) l’utilizzo ed il recupero dei sottotetti a condizione che carico urbanistico e modifica della destinazione d’uso a fini abitativi. Articolo 12. Interventi consentiti in materie di opere ed infrastrutture a rete pubbliche o di interesse pubblico 1. Nelle aree perimetrate a rischio idraulico molto elevato a) gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere urbanizzazione primaria e di interesse pubblico; b) la realizzazione, l’ampliamento o primaria pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi pubblici essenziali che non siano altrimenti localizzabili o per le quali il progetto sottoposto all’approvazione tecnicamente ed economicamente sostenibili e a idonee opere di mitigazione del rischio finalizzate a servire insediamenti già esistenti e non possono riguarda rete a servizio di nuovi insediamenti, ancorché previsti da strumenti urbanistici generali o attuativi, la cui ubicazione sia in contrasto con le no piano stralcio. Gli interventi proposti sono corredati esclusivamente consentiti in esistente: patrimonio edilizio. In questi enti, della pericolosità; igienico-sanitario degli edifici; muretti, recinzioni, opere a verde e simili), acque; determinarlo nella formulazione del DPCM 29.09.1998 (R=PxExV); materia di sicurezza del lavoro; non comporti aumento del sono ammessi esclusivamente: e secondaria e infrastrutture, a rete o puntuali, pubbliche la ristrutturazione delle opere di urbanizzazione degli Enti competenti dimostri l’assenza di alternative e condizione che siano realizzate rischio. Le nuove infrastrutture devono essere da indagini geologiche, 13 di 31 sclusivamente imonio strutturale , esclusi i parcheggi di i riguardare opere a norme del presente Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico geotecniche, idrologiche e idrauliche adeguate al livello e sviluppati in conformità della compatibilità idraulica e geologica di cui e 36; c) Gli interventi di ristrutturazione e consolidamento delle opere di urbanizz secondaria pubbliche o di interesse pubblico riferite a servizi pubblici essenziali e sempre a condizione che non siano altrimenti localizzabili, per le quali il progetto sottoposto all’approvazione tecnicamente ed economicamente sostenibili; d) gli interventi di adeguamento degli impianti esistenti di depurazione delle acque e di smaltimento dei rifiuti, principalmente per aumentarne le condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie di esercizio o e) gli interventi di edilizia cimiteriale, a condizione che siano realizzati negli spazi interclusi e nelle porzioni libere degli impianti esistenti; f) la realizzazione di sottoservizi a rete interessanti tracciati studi di compatibilità idraulica devono essere predisposti per i soli sottoservizi che comportano opere significative g) l’esecuzione di opere di allacciamento alle reti principali. 2. L’uso e la fruizione delle predette opere sono comunque subordinati all’adozione dei piani di protezione civile ex lege allerta. CAPO III - RISCHIO IDRAULICO ELEVATO Articolo 13. Interventi consentiti nelle aree a risch 1. Nelle aree a rischio idraulico elevato del bacino idrografico della Campania sono consentiti esclusivamente tutti gli interventi e le attività espressamente ammessi ai sensi del presente capo 2. Nelle aree a rischio idraulico el possibili nelle aree a rischio molto elevato alle medesime condizioni prescritte dalle presenti norme. Articolo 14. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio 1. Nelle aree a rischio idraulico elevato interventi di ristrutturazione edilizia riferimento escludendo in ogni caso l’utilizzo antropico al piano terra. demolizione e ricostruzione nell ai fini antropici e del volume esistente. logiche di progettazione definitiva degli Enti competenti, dimostri l’assenza di alter e per acquisire innovazioni tecnologiche; stradali esistenti significative; 100/2012 e del relativo sistema di monitoraggio e rischio idraulico elevato capo. elevato sono consentiti tutti gli interventi e le attività le sul patrimonio edilizio esistente realizzati a quote compatib nelle aree in oggetto e ogni incremento della superficie utile 14 di 31 agli artt. 33 urbanizzazione alternative esistenti. I relativi io Centrale evato onio sono consentiti gli compatibili con la piena di Non è consentita la e Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico CAPO IV - RISCHIO IDRAULICO MEDIO E MODERATO Articolo 15. Interventi consentiti nelle aree a rischio idraulico medio e moderato 1. Nelle aree a rischio medio e moderato so possibili nelle aree a rischio molto elevato ed elevato alle medesime condizioni prescritte dalle presenti norme. 2. Nelle aree a rischio idraulico medio e moderato, sono consentiti tutti gli interventi e le attività a condizione che siano compatibili con la piena di riferimento e siano realizzati con soluzioni progettuali idonee e corredate da un adeguato studio di compatibilità idraulica con i contenuti di cui all’art. 3 determinato dalle nuove opere ed attività non sia superiore alla soglia del “rischio accettabile” R2 di cui al D.P.C.M. 29/09/1998 e sia verificato che i costi relativi alla condizione di rischio determinata, siano minori dei benefici socio eco 3. Nelle aree a rischio R1, per la presenza di falda sub affiorante, si prescrive che non possano essere realizzati volumi interrati o comunque che ne sia garantita la tenuta idraulica. sono consentiti tutti gli interventi e le attività tività 33 e a condizione che il livello di “risc 15 di 31 no rischio atteso” economici conseguiti. Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico TITOLO III CAPO I - PRESCRIZIONI C Articolo 16. Disposizioni generali per le aree a rischio da frana e per gli interventi ammissibili 1. Gli elaborati tecnici individuati nell’allegato “Elenco Elaborati del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico” delle presenti norm elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1) 2. In tutte le condizioni di rischio descritte al comma 1. si applicano, oltre a quelle del presente Titolo III, le disposizioni del Titolo anche a rischio idraulico le prescrizioni relative si applicano contemporaneamente, ciascuna operando in funzione della rispettiva finalità; le disposizioni più restrittive prevalgono sempre su quelle meno restrittive. 3. Nelle aree a rischio da frana continuano a svolgersi le attività antropiche ed economiche esistenti alla data di adozione del Piano Stralcio osservando le cautele e le prescrizioni disposte dal presente Titolo III, adottati i Piani di Emergenza e di Protezione Civile redatti ai sensi della L. 100/2012. 4. Nelle stesse aree sono consentiti esclusivamente i nuovi interventi indicati nei Capi II, III e IV del presente Titolo III, anche con riferimento ai paragrafi 3.2.a) e 3.2.b) del D.P.C.M. 29 settembre 1998, nel rispetto delle condizioni e delle prescrizioni generali stabilite nei commi seguenti e nello studio di compatibilità 5. Per tutte le nuove attività, opere e sistemazioni che prevedono un uso del territorio diverso da quello rappresentato nelle cartografie di Piano si dovrà valutare preliminarmente, attraverso l’applicazione delle matrici del rischio di cui all livello di “rischio atteso” 6. La compatibilità delle nuove attività, opere e sistemazioni con le prescrizioni del presente Piano deve essere verificata alla luce del “rischio atteso” determinato. 7. Tutte le nuove attività, opere e sistemazioni e tutti i nuovi interventi consentiti nelle aree a rischio da frana, rispetto alla pericolosità a) migliorare o comunque non peggiorare le condizioni di sicurezza del difesa del suolo; b) non costituire in nessun caso un fattore di aumento della pericolosità da dissesti di versante, attraverso significative e non compatibili trasformazioni del territorio nelle aree interessate; c) non compromettere la stabilit d) non costituire elemento pregiudizievole all’attenuazione o all’eliminazione definitiva delle specifiche cause di rischio esistenti; e) non pregiudicare le sistemazioni definitive delle aree a rischio né la realizzazione degli interventi previs programmazione provvisoria e urgente; - RISCHIO DA FRANA COMUNI PER LE AREE A RISCHIO DA FRANA norme definiscono le aree a rischio da frana molto , IV. Nelle aree perimetrate a rischio frana ed Capi II, III e IV e dal Titolo IV. a condizione V geologica di cui all’arti come specificato all’art. 40 del presente Piano. da frana dell’area, devono essere tali da: stabilità dei versanti; previsti dalla pianificazione di bacino o dagli strumenti di 16 di 31 OMUNI e che siano all’articolo 36. all’ Allegato C, il territorio e di ti Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico f) garantire condizioni adeguate di sicurezza durante la permanenza di cantieri mobili, in modo che i lavori si svolgano senza creare, neppure temporaneamente, un significativo aumento del livello di rischio o del grado di esposizione al rischio esistente; g) limitare l’impermeabilizzazione superficiale del suolo impiegando tipologie costruttive e materiali tali da controllare la ritenzione temporanea delle acque anche attraverso adeguate reti di regimazione e di drenaggio; h) rispondere a criteri di basso impatto ambientale; è pertanto necessario, ogni qualvolta possibile, prevedere l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica di cui al D.P.G.R.C. n. 574 del 22 luglio 8. Nelle aree perimetrate a rischio da frana ed interessate anche da rischio idraulico, le prescrizioni relative si applicano contemporaneamente, ciascuna operando in funzione della rispettiva finalità. 9. Le disposizioni più restrittive, tra quelle di cu su quelle meno restrittive. 10. Nelle aree di attenzione, oggetto di intervento di sistemazione idrogeologica, gli Enti territorialmente competenti consolidamento per prevenire eventuali nuovi fenomeni franosi ed attivare tutte le procedure conseguenti a tutela della pubblica e privata incolumità. 11. Tutti gli interventi e le opere destinate alla prevenzione ed alla protezione del territorio dal rischio da frana devo competente, ad un idoneo piano di azioni ordinarie di manutenzione tese a garantire nel tempo la necessaria tutela dell’equilibrio geostatico e geomorfologico dei territori interessati. 12. Nel caso in cui un manufatto edilizio interessata da diversi livelli di rischio incluso nell’area a rischio 13. La valutazione del livello di rischio cui sono esposti eventuali elementi non riportati nelle cartografie di Piano , così come quella relativa al “rischio atteso” relativo a nuovi interventi, viene effettuata secondo le carte di pericolosità a carattere topografico dove disponibili , con i criteri delle “Tabelle per la determinazione del rischio” di cui all’Allegato C Rischio Accettabile e Rischio atteso di cui Articolo 17. Disposizioni generali per le aree a rischio di sprofondamento 1. I progetti di interventi ricadenti in aree nelle quali è certa o probabile la presenza di cavità sotterranee, siano esse di origi naturale o antropica, nelle more della redazione di un Piano Stralcio per la prevenzione e mitigazione dei relativi rischi dovranno essere corredati da indagini idrauliche e geologico-tecniche idonee a valutare la compatibilità degli interventi stessi c connesso a fenomeni di sprofondamento nificativo traverso 2002. cui al comma precedente, prevalgono sempre devono assicurare un continuo monitoraggio delle opere di o devono essere sottoposti, dall’amministrazione territorialmente n edilizio, ricada solo parzialmente in un’area a rischio, rischio, lo stesso deve essere considerato e/o nella classe di rischio più gravosa. l da frana ischio” delle presenti Norme, ed in riferimento alle definizioni di all’articolo 2. - ancorché non perimetrate nel presente Piano 17 di 31 i no o sia totalmente e della vulnerabilità - origine con il rischio Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 2. In particolare le prescrizioni del nella carta dei sinkholes di origine naturale 3, comma 1, del presente Piano. Articolo 18. Interventi di mitigazione del rischio da frana 1. Nelle aree perimetrate a rischio a) gli interventi di bonifica e di sistemazione delle aree di possibile innesco e sviluppo dei fenomeni di dissesto nonché le opere di difesa b) gli interventi di sistemazione e miglioramento ambientale finalizzati a ridurre i rischi, sempre che non interferiscano negativamente con l’evoluzione dei processi e degli equilibri naturali, e favoriscano la ricostituzione della spontanea autoctona; c) gli interventi urgenti delle autorità di difesa del suolo e di protezione civile competenti per la salvaguardia di persone e beni a fronte di eventi pericolosi o situazioni di rischio 2. Gli interventi strutturali pubblici, relativi a manufatti esistenti sul territorio medesimi manufatti risultino urbanisticamente conformi ed edificati in virtù di legittimi titoli abilitanti. CAPO II - RISCHIO MOLTO ELEVATO DA FRANA Articolo 19. Interventi consentiti nelle aree a rischio molto elevato da frana 1. Nelle aree a rischio molto elevato da frana sono consentiti esclusivamente tutti gli interventi e le attività espressamente ammessi ai 2. Nelle aree a rischio molto elevato da frana si applicano Articolo 20. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio 1. Tutti gli interventi di cui al presente articolo devono essere attuati senza aumenti di superficie o volume utile, entro e fuori terra, e senza aumento del carico urbanistico. 2. Nelle aree perimetrate a rischio molto elevato da frana relazione al patrimonio edilizio esistente i seguenti interventi: a) la demolizione senza ricostruzione b) la manutenzione ordinaria e c) il restauro, il risanamento conservativo; d) gli interventi finalizzati a mitigare la vulnerabilità del patrimonio edilizio; e) l’installazione di impianti tecnologici essenziali e non altrimen giudizio dell'autorità competente al rilascio del titolo abilitativo, posti a servizio di edifici esistenti, unitamente alla realizzazione di volumi tecnici connessi, purchè si precedente comma si applicano alle aree perimetrat naturale, presenti nella tavola di analisi ente da frana sono ammessi: attiva e passiva; eccezionali. per la mitigazione del rischio da frana, territorio, sono ammissibili solo nel caso in cui i sensi del presente le disposizioni del Titolo utti sono esclusivamente consentiti in l one ricostruzione; straordinaria; 18 di 31 i perimetrate di cui all’art. vegetazione finanziati con fondi Capo. IV. altrimenti localizzabili a Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico tratti di interventi conformi agli strumenti urbanistici, e tali impianti non comporti aumento del f) gli interventi di adeguamento igienico g) gli interventi di sistemazione e manutenzione di superfici scoperte di edifici esistenti (rampe, muretti, reci pertinenziali; h) i mutamenti di destinazione d’uso, a condizione che gli stessi non comportino aumento del rischio, inteso quale incremento di uno o più dei fattori che concorrono a determinarlo, secondo la formulazi 29 settembre 1998; i) l’adeguamento degli edifici alle norme vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche ed in j) l’utilizzo ed il recupero dei sottotetti a condizione che n carico urbanistico e modifica della destinazione d’uso a fini abitativi. Articolo 21. Interventi consentiti in materia di opere e infrastrutture a rete pubbliche e di interesse pubblico 1. Nelle aree perimetrate a rischio molto elevato da frana son a) gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico. b) la realizzazione, l’ampliamento o la ristrutturazione delle opere di urbanizzazione primaria pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi pubblici essenziali che non siano altrimenti localizzabili o per le quali il progetto sottoposto all’approvazione tecnicamente ed economicamente sostenibili e a idonee opere di mitigazione del rischio finalizzate a servire insediamenti già esistenti e no rete a servizio di nuovi insediamenti, ancorché previsti da strumenti urbanistici generali o attuativi, la cui ubicazione sia in contrasto con le no piano stralcio. Gli interventi proposti sono corredati geotecniche, idrologiche e idrauliche adeguate al livello e sviluppati in conformità della compatibilità idraulica e geologica di cui e 36. c) Gli interventi di ristrutturazione e consolidamento delle secondaria pubbliche o di interesse pubblico riferite a servizi pubblici essenziali e sempre a condizione che non siano altrimenti localizzabili, per le quali il progetto sottoposto all’approvazione tecnicamente ed economicamente sostenibili. d) gli interventi di adeguamento degli impianti esistenti di depurazione delle acque e di smaltimento dei rifiuti, principalmente per aumentarne le condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie di esercizio o per acquisire innovazioni tecnologiche; e) gli interventi di edilizia cimiteriale, a cond interclusi e nelle porzioni libere degli impianti esistenti; sempre che l’installazione di della pericolosità; igienico-sanitario; recinzioni, opere a verde e simili) esclusi i parcheggi formulazione di cui al punto 2.1 del DPCM materia di sicurezza sul lavoro; non comporti aumento del sono ammessi esclusivamente: degli Enti competenti dimostri l’assenza di alternative e condizione che siano realizzate rischio. Le nuove infrastrutture devono essere non possono riguardare opere a da inda logiche di progettazione definitiva opere di urbanizzazione degli Enti competenti dimostri l’assenza di alternative e condizione che siano realizzati 19 di 31 one on o n norme del presente indagini geologiche, agli artt. 33 ’assenza izione negli spazi Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico f) la realizzazione di sottoservizi a rete interessan studi di compatibilità geologica devono essere predisposti per i soli sottoservizi che comportano opere significative; g) l’esecuzione di opere di allacciamento alle reti principali; 2. L’uso e la fruizione delle prede piani di protezione civile ex lege allerta. CAPO III - RISCHIO ELEVATO DA FRANA Articolo 22. Interventi consentiti nelle aree a rischio elevato da frana 1. Nelle aree a rischio elevato da frana sono consentiti esclusivamente tutti gli interventi e le attività espressamente ammessi ai sensi del presente 2. Nelle aree a rischio elevato da frana sono consentiti tutti gli interventi e le attività possibili nelle aree a rischio molto elevato. Articolo 23. Interventi consentiti sul patrimonio edilizio 1. Nelle aree ad elevato rischio da frana sono consentiti sul patrimonio edilizio esistente: a) gli interventi di ristrutturazione edilizia. ricostruzione nelle a antropici e del volume esistente. b) gli ampliamenti di edifici esistenti esclusivamente per motivate necessità di adeguamento igienico provvedimento di concessione e verificate dallo studio di compatibilità geologica; c) le realizzazioni di manufatti non qualificabili come volumi edilizi, senza necessità dello studio di compatibilità geologica nei casi in cui non sia richiesta costruire. CAPO IV - RISCHIO MEDIO E MODERATO DA FRANA Articolo 24. Interventi consentiti nelle aree a rischio medio e moderato da frana 1. Nelle aree a rischio medio e moderato sono consentiti tutti gli interventi e le attività possibili nelle aree a rischio molto elevato ed e dalle presenti norme. 2. Nelle aree a rischio da frana medio e moderato ricadenti in porzioni di aree classificate dal piano a pericolosità da frana P3, P2 e P1, così come definite al successivo art. sono, inoltre, consentiti tutti gli interventi e le attività a condizione che siano realizzati con soluzioni progettuali idonee e corredate da un adeguato studio di compatibilità interessanti tracciati stradali esistenti. I relativi predette opere sono comunque subordinati all’adozione dei 100/2012 e del relativo sistema di monitoraggio e capo. chio ti Non è consentita la demolizione e aree in oggetto e ogni incremento della superficie utile ai fini igienico-sanitario, valutate e certificate espressamente nel imento elevato alle medesime condizioni prescritte 20 di 31 ti tte ree il permesso a levato 34, Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico geologica con i contenuti di cui all’art. 3 determinato dalle nuove opere ed attività non sia superiore alla soglia del “risch accettabile” R2 di cui al D.P.C.M. 29/09/1998 e sia verificato che i costi relativi alla condizione di rischio determinata, siano minori dei benefici socio economici 36 e a condizione che il livello di “rischio att 21 di 31 atteso” rischio conseguiti. Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico TITOLO IV - DISPOSIZIONI PER LA TUTELA L’ASSETTO IDROGEOLOGICO CAPO I - PRESCRIZIONI GENERALI Articolo 25. Finalità e contenuti 1. Le disposizioni del presente Titolo obiettivo nonché linee guida in materia di assetto e gestione del territorio, destinazioni di uso del suolo, criteri di realizzazione di interventi e modi di esercizio di attività economiche o altre attivi della Campania Centrale e degli elementi definiti vulnerabili dal D.P.C.M. 29 settembre 1998 o dal presente Piano Stralcio. Articolo 26. Disposizioni generali 1. Ai sensi dell’ art. 96 del nelle aree situate nel limite dei 10 metri dal riportati nella cartografia di Piano. 2. Ai sensi del D.Lgs. 152/2006 vige il vincolo di inedificabilità per il limite dei 10 metri relativamente a tutto il reticolo idrografico riportato nella cartografia di Piano. 3. In tutte le aree inondabili, nei locali interrati o comunque posti sotto il livello dell riferimento è vietata qualsiasi deposito. Articolo 27. Principi per la prevenzione del rischio idrogeologico in materia di protezione civile 1. La presenza di attività antropiche nelle aree a rischio idrogeologi subordinata all’approvazione del “piano comunale di emergenza” di cui alla legge 12 luglio 2012, n. 100, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 15 maggio 2012, n. 59, elaborato del 27/05/2013. Ai sensi di tale redigere il “piano di emergenza” come aggiornamento degli scenari del rischio del Piano, prevedendo analisi di dettaglio relativamente ai diversi livelli di criticità esistenti sul territorio ed alla particolare 2. Al fine dell’espressione del parere previsto dall’art. loro varianti, che interessano necessario che sia preventivamente predisposto il piano comunale di alla legge 12 luglio 2012, n. 100. Le stesse amministrazioni comunali, all’interno degli studi previsti per l’elaborazione dei piani urbanistici sopra richiamati, devono predisporre un apposito elaborato denominato “Piano di gestione del rischio DAL PERICOLO E sposizioni IV contengono prescrizioni generali e specifiche di attività antropiche tesi a prevenire i pericoli idrogeologici nel bacino a contrastare la nascita di nuove situazioni di rischio a carico R.D. n. 523 del 1904, è vietato qualunque intervento edilizio piede esterno dell’argine attività antropica, economica e di uso stanziale o di in coerenza con le linee guida di cui alla D.G.R.C. n. 146 disposto normativo le amministrazioni comunali devono i dinamica degli eventi calamitosi previsti. l 7 sui Piani Urbanistici Comunali aree a rischio molto elevato ed elevato R3 ed R4, r 22 di 31 PER V ll’argine dei corsi d’acqua della piena di idrogeologico R3 ed R4 è e/o è emergenza di cui Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico idrogeologico”. Tale piano deve definire la strategia generale di intervento per la gestione del rischio idrogeolog programma di interventi di carattere strutturale sia un interventi di prevenzione non strutturale. In particolare possono essere di carattere urbanistico, incentivandole anche attraverso specifiche premialità, monitoraggio, sorveglianza e allertamento a fini di protezione civile, nel piano comunale di 100/2012. 3. Il piano di gestione del rischio idrogeologico deve essere munito di uno studio di fattibilità tecnico-economico per la valutazione dell’effettiva attuabilità degli interventi previsti. interventi di prevenzione pericolosità e del rischio idrogeologico del PSAI nonché le analisi di maggior dettaglio presenti nello sviluppo degli scenari del rischio idrogeologico del “piano di emergenza”. Articolo 28. Criteri per le azioni di riqualificazione ambientale e di recupero naturalistico 1. gli interventi di sistemazione idrogeologica ambientale; è pertanto necessario, ogni qualvolta possibile, prevedere l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica di cui al D.P.G.R.C. n. 574 del 22 luglio 2002. Articolo 29. Esercizio delle attività silvocolturali 1. In tutte le aree di interesse del Piano Stralcio sono ammesse le opere di miglioramento del patrimonio forestale. I rimboschimenti ogni qualvolta l’andamento e le caratteristiche dei terreni lo consentano e non devono aumentare le condizioni di pericolo o di rischio. Nel caso di aree boscate governate a regime ceduo, semplice o composto, l’ob comunque il taglio deve essere limitato a particelle di dimensione ridotta, disposte parallelamente alle curve di livello. Si consiglia la ripetizione di tagli ogni 10 anni con rilascio delle matricine miglio “riserve” o “salve” devono assolvere le seguenti funzioni: a) provvedere alla disseminazione naturale per avere piante nate da seme le quali sostituiscono man mano le ceppaie che si esauriscono ass mantenimento della normale densità e produttività del ceduo; b) proteggere il ceduo dall’eccessivo irraggiamento e dal vento, specialmente nel primo periodo di sviluppo dei polloni; c) fornire legname da opera. In questo modo nel periodo medio di 30 otterrà la sostituzione del ceduo con la fustaia. Le matricine da rilasciare, nelle aree perimetrate ad innesco dei fenomeni franosi, devono essere scelte prevalentemente tra le latifoglie decidue ad apparato radicale più robusto e profondo. idrogeologico in ambito comunale e deve contenere sia un piano generale di mediante la delocalizzazione dei manufatti a rischio, e azioni di emergenza di protezione civile di cui alla predetta legge n. revenzione del rischio idrogeologico hanno come riferimento le carte della iteri devono rispondere a criteri di basso impatto ecniche devono avere forma ed andamento irregolari l’obiettivo è la conversione in fustaia disetanea e migliori (tra 80 e 100 piante per ettaro). Le matricine dette anche 23 di 31 ico misure e/o previste misure previsione, come già indicate ne Gli iettivo ri assicurando il – 40 anni si Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 2. Nelle aree a pericolosità idraulica e da frana P3 ed P4 non possono essere realizzati nuovi sentieri o piste che possano determinare un aumento delle condizioni di rischio idrogeologico sul versante. 3. Tutti i sentieri inseriti in aree a pericolosità idrauli quelli destinati ad attività turistiche ed escursionistiche, sono dell’Ente gestore e devono essere inseriti nel all’art. 27 del presente Piano. 4. Nelle aree del territorio di competenza specifiche di cui all’ Allegato E; 5. I vigenti piani di assestamento forestale raccolgono l’indicazione dei precedenti commi, disciplinano i lavori di sistemazione idraulico interventi incompatibili con le condizioni di rischio o di pericolo. Articolo 30. Disciplina delle attività estrattive 1. Ai sensi dell’art.7 comma 1, lettera f delle presenti Norme di Attuazione, Regionale delle Attività Estratt sottoposti al parere dell’Autorità di Bacino. 2. E’ vietata l’apertura di nuove cave aree a rischio atteso R3 e/o R4. 3. Per il rilascio dell’autorizzazi come regolato dalle Norme di coinvolti dovessero ricadere in aree a rischio atteso R1 e/o R2, il progetto unitario deve contenere uno studio d articoli 33 e 36 e deve essere sottoposto al parere di competenza dell’Autorità di Bacino. CAPO II – PERICOLOSITÀ Articolo 31. Definizione di area soggetta a pericolo idraulico 1. E’ definita area pericolosa quella in cui i dati disponibili indicano condizioni di pericolo per: a) allagamenti provocati da esondazioni di alvei naturali e artificiali; b) invasioni per fenomeni di flusso iperconcentrato; c) invasioni per fenomeni di trasporto liquido e solido da d) conche endoreiche e/o zone con falda sub e) punti e fasce di possibile crisi idraulica localizzata e/o diffusa; f) aree ad elevata suscettibilità di allagamento ubicate al piede dei valloni; 2. Nelle aree pericolose di cui alle lettere seguenti livelli di pericolosità: a) pericolosità bassa idraulica e da frana P3 ed P4, in particolare sottoposti al monitoraggio ’Ente “piano comunale di emergenza valgono altresì le prescrizioni idraulico-forestale e non ammettono altre attività o Estrattive (P.R.A.E.) e le relative varianti, devono essere e la coltivazione di nuove aree di cava dell’autorizzazione e/o della concessione per l’apertura di nuove cave, così Attuazione (N.d.A.) del P.R.A.E., qualora gli ambiti di compatibilità idraulica e/o geologica ai sensi dei successivi À IDRAULICA alluvionamento; sub-affiorante; a) e b) del precedente comma 1 sono definiti i P1; 24 di 31 3 emergenza” di cui generali e il Piano se ricadenti in one i Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico b) pericolosità media c) pericolosità elevata Sono inoltre perimetrale le aree di cava e le aree di attenzione così come definite all’ art.2. 3. Nelle aree di cui alle lettere e) ed f) del comma 1 pericolosità idraulica come aree di attenzione, definiti attraverso studi, rilievi e indagini di dettaglio con i conten art. 33. CAPO III - LA DISCIPLINA SPECIFICA DELLE AREE INONDABILI Articolo 32. Assetto del regime idrografico 1. I criteri generali per la progettazione, la realizzazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere idrauliche e degli interventi di manu dovranno far riferimento possibilmente alle tipologie costruttive riportate nell’allegato del piano stralcio denominato “quaderno delle opere tipo” e, comunque, tener conto dei contenuti di cui al D.P.G.R.C. n.574 del 22 luglio 2 2. In tutto il territorio oggetto del Piano Stralcio sono inibite le aperture di nuovi fossi o canali per qualsiasi uso, la variazione dei tracciati di quelli esistenti, l’intubazione o la tombinatura dei corsi d’acqua superficiali. Fanno eccezione gli i del rischio e quelli considerati compatibili con l’assetto idrogeologico del territorio dall’Autorità di Bacino e coerenti con i Piani di emergenza e di protezione Civile Articolo 33. Studio di compatibilità 1. ai fini dell’espressione del parere di cui all’art. 7, i progetti attività ricadenti nelle aree delimitate a rischio idraulico, ad eccezione dei casi in cui le norme lo escludano esplicitamente, sono accompagnati dallo studio d riguardi del Rischio Idraulico di cui all’Allegato A. 2. I progetti delle opere di mitigazione del rischio dovranno essere corredati da una valutazione della “pericolosità e del rischio residui” a seguito degli interventi dalla relativa carta della “pericolosità e del rischio residui” come esplicitato A. CAPO IV – PERICOLOSITA’ RELATIVA (SUSCETTIBILITA’) DA FRANA Articolo 34. Definizione di area soggetta a pericolosità relativa da frana 1. E’ definita area soggetta a pericolosità relativa (suscettibilità) da frana quella in cui i dati disponibili indicano condizioni atte a favorire: P2; P3; 1, definite nella cartografia della i livelli di pericolosità devono essere contenuti di cui al suc manutenzione dei corsi d’acqua 2002. interventi di mitigazione tudio nelle aree a Rischio Idraulico ini relativi ad Idraulico, commisurato al tipo di intervento proposto ano 25 di 31 , uti successivo tenzione nterventi Civile. interventi, opere ed di compatibilità nei , proposto, con i contenuti proposti e nell’Allegato Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico a) fenomeni di innesco / transito e/o invasione da frana; b) aree di cava 2. Nelle aree pericolose di cui alla lettera a) del precedente comma 1 sono definiti i seguenti livelli di pericolosità: c) pericolosità bassa d) pericolosità moderata e) pericolosità elevata f) Pericolosità molto elevata 3. Le metodologie di definizione dei livelli di pericolosità relativa (in senso di suscettibilità) sono indicate nella relazione geologica CAPO V - LA DISCIPLINA SPECIFICA DELLE AREE PERICOLOSITA’ RELATIVA DA FRANA Articolo 35. Difesa dai fenomeni franosi 1. I criteri di massima per la progettazione, la realizzazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e degli interventi di difesa ammissibili nelle diverse aree di pericolosità da frana ai sensi delle presenti norme dovranno far riferimento possibilmente ai contenuti tecnici ed alle tipologie costruttive riportate nell’allegato del piano stralcio denominato “quaderno delle opere tipo” e, comunque, tener conto dei contenuti di cui al D.P.G.R.C. n.574 del 22 luglio 2002. 2. Gli interventi di manutenzione delle opere di prevenzione e protezione nelle aree di pericolosità da frana devono comunque garantire le condizioni di stabilità dei versanti, tutelare l’equilibrio geostatico e del suolo, ridurre i deflussi idrici superficiali, aumentare i tempi di corrivazione. 3. Lungo tutti i crinali, principali o secondari, sovrastanti i territori oggetto delle presenti norme di piano, l’esecuzione di movimenti di terra e di sbancamenti per interventi consentiti e regolarmente autorizzati, anche dovuti a ragioni di sicurezza, che comportino importanti variazioni della geometria del versante, è subordinata allo studio di compatibilità geologica ai sensi dell’articolo 3 specifici effetti sull’equilibrio idrogeologico. Sono fatte salve le condizioni di urgenza per motivi di protezione civile. Articolo 36. Studio di compatibilità 1. Ai fini dell’espressione del parere di cui all’art. 7 attività ricadenti nelle aree delimitate a rischio norme lo escludano esplicitamente riguardi del rischio da frana cui all’Allegato B. P1; derata P2; P3. P4; geologica. SOGGETTE A losità geomorfologico dei terreni interessati, evitare l’erosione logica 36, recante considerazioni relative agli tudio nelle aree a Rischio da Frana 7, i progetti relativi ad da frana, ad eccezione dei casi in cui le esplicitamente, sono accompagnati dallo studio di co frana, commisurato al tipo di intervento proposto 26 di 31 , interventi, opere ed d compatibilità nei , proposto, con i contenuti di Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 2. I progetti delle opere di mitigazione del rischio dovranno essere corredati da una valutazione della “pericolosità e del risch dalla relativa carta della “pericolosità e del rischio residui” come esplicitato B, tenendo conto, se del caso, della sismicità dell’area secondo quanto previsto dalle Norme tecniche per le Co denominato “Carta della Pericolosità Sismica” di cui all’ Ord. P.C.M. 3519 del 28/04/2006 Articolo 37. Disciplina delle opere in sotterraneo e interrate 1. Nelle aree classificate a pericolosità/rischio da frana, è c opere in sotterraneo ed interrate, così come definite dall’art. 2, comma 1) lett. m) ed n) delle presenti Norme, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni: a) sia assente qualsiasi tipo di interferenza dell’opera con eventu scorrimento di frane di falde acquifere e b) sia verificata l’interferenza tra gli imbocchi e le altre luci presenti nei locali interrati o sotterranei con le dei versanti; 2. Gli elaborati del progetto definitivo dovranno contenere: a) descrizione dettagliata dei metodi di scavo e degli opportuni accorgimenti tecnico costruttivi finalizzati a garanti dei manufatti al contorno; b) caratterizzazione geotecnica dei terreni e/o rocce impegnate dagli scavi valutazione della vulnerabilità dell’intera opera, comprese le opere di superficie (ingressi carrabili e pedonali, aperture di ventilazione, ecc.), con la previsione di tutti gli accorgimenti tecnico pericolosità/rischio idrogeologico c) indagini finalizzate ad individuare la presenza di falde acqu essere intercettate dall’opera di progetto; d) indagini finalizzate ad individuare la presenza di eventuali cavità sotterranee che possono interferire con l’opera in progetto; e) valutazione della fattibilità dell’intervento in condizioni di realizzazione che di fruizione dell’opera; f) eventuali piani di monitoraggio strumentale dell’opera nonché dei manufatti preesistenti prossimi allo scavo. g) Il progetto definitivo delle opere di cui al presente articolo deve essere in corredato dallo studio di compatibilit da redigere in conformità all’A rischio residui” a seguito degli interventi proposti e Costruzioni. A tal fine si rimanda all’elaborato di Piano consentita la realizzazione di e con il reticolo idrografico, nonché con l’eventuale presenza cavità sotterranee; eventuali situazioni, dirette ed indirette, di pericolosità/rischio garantire, anche in fase realizzativa, la stabilità dei versanti e rrabili tecnico-costruttivi e gestionali volti alla mitigazione della idrogeologico; acquife sicurezza sia in fase di compatibilità nelle aree a rischio da frana all’Allegato B. 27 di 31 io nell’Allegato struzioni. onsentita eventuali superfici di , tecnicore, scavi, ifere che potrebbero inoltre di cui articolo 36 Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico Articolo 38. Viabilità minore in 1. Nelle aree di versante classificate a consentita la realizzazione di nuovi stradelli, piste, sentieri ed altre opere di viabilità montana minore, ad eccezione di quelle destinate a servizi di emergenza per esplicita dichiarazione dell’Autorità competente. È invece consentito il r di analoghe opere esistenti, a condizione di realizzare idonee opere per la mitigazione del rischio. 2. Tutti gli interventi consentiti ai sensi del precedente comma devono essere, in ogni caso, corredati da idonea documentazione pro indicati al punto 1.4 dell’Allegato B Articolo 39. Gestione dei vincoli idrogeologici 1. Le disposizioni del presente Piano si applicano anche alle aree soggette al vincolo idrogeologico di cui R.D. 3267/1923. CAPO VI – DISPOSIZIONI PER LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO NELLE AREE A Articolo 40. Prescrizioni generali 1. Le disposizioni del presente comporti la modifica dello stato di fatto, così come defi (base cartografica CTR 2004). La trasformazione del territorio comporta necessariamente la verifica dei nuovi livelli di rischio idrogeologico laddove sia previsto un aumento degli elementi esposti e, di conseguenza, il danno. 2. I Piani e le varianti urbanistiche, i progetti di nuovi manufatti e infrastrutture, devono prevedere la verifica delle nuove trasformazioni alla luce della loro conformità con il Piano Stralcio vigente e quindi devono atteso”. Per la valutazione di tale rischio sarà necessario sovrapporre le nuove destinazioni d’uso del territorio con la cartografia della Pericolosità Idraulica e da Frana, di cui al presente Piano, e att verificare il nuovo valore del rischio. Le nuove destinazioni d’uso del territorio, che comportano un Rischio R3 ed R4 non sono Piano, quelle che deter previa verifica che i costi che gravano sulla collettività per lo stato di rischio che si andrà a determinare siano minori dei benefici socioeconomici conseguiti dall’opera o dall’attività proposta. 3. Eventuali manufatti, infrastrutture, ecc., che non siano riportati nella cartografia di Piano o che risultino parzialmente difformi da quanto riportato nella stessa assumono, se aree montane e collinari pericolosità molto elevata ed ripristino e l’adeguamento progettuale comprendente almeno gli elaborati ati B. rogeologico ZIONI PERICOLOSITA’ IDROGEOLOGIC capo disciplinano qualsiasi trasformazione del territorio che definito nelle cartografie di Piano a corrispondente valore esposto e prevedere l’elaborazione della “carta del rischio attraverso l’uso delle matrici del rischio di cui compatibili con i contenuti del presente , determinano un Rischio R2 ed R1 possono essere 28 di 31 sità elevata non è ipristino gettuale IDROGEOLOGICA nito ispondente all’Allegato C, accettabili solo Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico rientranti in aree a pericolosità idrogeologica, il corrispondent all’Allegato C. 4. Le trasformazioni urbanistiche del territorio devono risultare altresì conformi alle misure prescrittive di cui al “Piano Stralcio per la Tutela del Suolo e delle Risorse Idriche” di questa Autorità di Bacino. TITOLO V - ATTUAZIONE E MODIFICHE DEL PIANO Articolo 41. Aggiornamento 1. Il Piano Stralcio può essere aggiornato, integrato e sottoposto a varianti dall’Autorità di Bacino, a seguito d’istanze di altri soggetti pubblici i quali trasmettere eventuali istanze anche di soggetti privati ritenute meritevoli di esame, condizione che gli Enti Territoriali competenti adottino le proposte di perimetrazione scaturite da detti studi con esplicito atto deliberativo di Giunta, documentazione e rappresentazione cartografica idonea, con le stesse procedure necessarie per la sua adozione a) studi specifici corredati da indagini ed elementi informativi a scala di maggior dettaglio; b) nuovi eventi idrogeologici da cu idrogeologica; c) nuove emergenze ambientali; d) significative modificazioni di tipo agrario estensioni boschive; e) realizzazione di un intervento di mitigazione (regolarmente delle norme vigenti e delle norme di Piano; f) acquisizione di nuove conoscenze in campo scientifico e tecnologico; g) variazione significativa delle condizioni di rischio o di pericolo derivanti da azioni ed interventi non strutturali interessate. 2. Le proposte di modifica al piano rischio da frana devono definito nell'art. 2, comma g B. 3. Le proposte di modifica al piano rischio idraulico, nonché la carattere topografico, devono A. 4. Il Piano Stralcio ha valore a tempo indeterminato ed è comunque periodicamente aggiornato con le stesse procedure necessarie per la sua adozione ed approvazione. 5. Le modifiche degli allegati tecnici del piano che hanno carattere di riferimento conoscitivo, o di metodologia scientifico compresi gli aggiornamenti delle basi cartografiche nonché gli strumenti attuativi del corrispondente valore di e varianti del piano avranno il compito di one ed approvazione, in relazione a: cui sia modificato il quadro della pericolosità agrario-forestale sui versanti o incendi su grandi collaudato) nel rispetto e strutturali di messa in sicurezza delle aree inerenti la riperimetrazione delle aree a pericolosità e interessare un ambito morfologico significativo omma e devono essere condotte secondo i criteri di cui all’A piano, inerenti la riperimetrazione delle aree a pericolosità e , definizione delle condizioni di vulnerabilità idraulica a tere contenere gli studi e gli approfondimenti di cui scientifico-tecnica, e non aventi natura normativa, 29 di 31 e Rischio di cui a corredate da i significativo, così come e all’Allegato e all’Allegato ivi Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico piano stesso quali i programmi di intervento per la mitigazione del rischio, costituiscono varianti del piano e sono approvate dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale senza l’osservanza delle procedure di cui al comma 1. Articolo 42. Norme di rinvio 1. Per il rischio da erosione costiera si rinvia alla disciplina del Piano Difesa Coste, fatta salva l’applicazione, in ogni caso, delle norme del presente Piano se più restrittive. 2. Per le norme e gli indirizzi relativi agli aspet del “Piano Stralcio per la Tutela del Suolo e delle Risorse Idriche” di questa Autorità di Bacino. Articolo 43. Norme transitorie pendenti alla data di adozione del PAI 1. Per tutte le aree perimetrate ex novo e riclassificate a maggiore pericolosità e/o rischio idrogeologico a seguito dell’aggiornamento, a far data dalla pubblicazione sul B.U.R.C. dell’avviso di adozione del rimodulato piano stralcio da parte del Comitato Istitu hanno efficacia le misure di salvaguardia e di mitigazione del rischio adottate dall’Autorità di Bacino. 2. Le amministrazioni comunali non possono rilasciare permessi a costruire e/o equivalenti titoli abilitativi in contrasto con il contenuto dell del piano stralcio relativamente alle aree perimetrate ed assumono gli eventuali provvedimenti inibitori e sanzionatori. 3. Sono fatti salvi tutti gli interventi oggetto di regolare autorizzazione, concessione e provvedimenti equivalenti i cui lavori siano iniziati prima della data di pubblicazione sul B.U.R.C. dell’avviso di adozione delle misure di salvaguardia e di mitigazione del rischio del presente Piano da parte del Comitato Istituzionale, fermo restando l’atti misure di protezione civile di cui all’articolo 4. Le disposizioni del PSAI sono da applicare anche alle istanze di richiesta di sanatoria delle opere abusive verificando il corrispondente valore del livello di “rischio le stesse hanno comportato. atteso”. 5. Nelle zone di influenza delle opere per la mitigazione del rischio programmate dal Commissario di Governo per l’Emergenza Idrogeologica delegato ex O ss.mm.ii. (Settori B1, B2, B3, B4 delle Carte di Zonazione), l’efficacia delle perimetrazioni e l’applicazione delle relative disposizioni di Piano è subordinata all’emissione del certificato di collaudo o del certificato di regolare esec opere. Fino all’adozione di tali atti restano in vigore le perimetrazioni delle aree a rischio idrogeologico stabilite con Ordinanza Commissariale n. 583 del 22.12.1999 con le relative norme di salvaguardia. ano aspetti di tutela del territorio si rinvia alla disciplina - Disciplina applicabile ai procedimenti utte delle norme di attuazione e delle prescrizioni vedimenti e 27 del presente Piano. L’Autorità concedente è competente a valutare il 30 di 31 non ti Istituzionale, e l’attivazione delle atteso” che “rischio O.M.I. 2787/1998 e esecuzione delle Norme di Attuazione Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico 6. Dall’adozione del Comitato Istituzi generale o particolare, derivano gli effetti di salvaguardia e pertanto, a tali fini, fanno fede le cartografie pubblicate sul sito istituzionale dell’Autorità di Bacino. La Regione Campania e gli enti prep alle modifiche pubblicate sul sito dell’Autorità di Bacino. ALLEGATI:  A compatibilità idraulica  B Compatibilità geologica  C Matrici del rischio idraulico  D Metodologie e indirizzi per gli approfondimenti delle aree a rischio  E Regolamento per l’uso del suolo sui versanti Istituzionale del Piano o di una sua pr preposti dovranno aggiornare la predetta cartografia, in relazione ompatibilità nelle aree a Rischio Idraulico nelle aree a Rischio da Frana e frana 31 di 31 onale proposta di modifica osti

In Primo Piano25/06/2014

CONTRIBUTO PER TRASPORTO A.S.2013/2014

 CONTRIBUTO REGIONALE PER TRASPORTO  A.S. 2013/2014

In Primo Piano29/10/2013

Avviso ad Opponendum

 

 

- UFFICIO TECNICO-

Via Roma - c.a.p. 83020 - Tel.: 081/8250372- Fax: 081/8250811

 

 

AVVISO AD OPPONENDUM

(Art. 218 del D.P.R. 5.10.2010, n. 207)

 

LAVORI DI:  perfezionamento dell’opera di Manutenzione Straordinaria della Pubblica Illuminazione

 

IMPRESA: Impresa L.E.P.I. di Giovanni Tranchese via Selva, 187 tel/ fax 081/8035695 80030 Castello di Cisterna (NA) P.IVA 01152141212;

 

Il sottoscritto Arch. Luigi Scafuro in qualità di RUP dei lavori in epigrafe, in applicazione al

disposto dell’art. 218 del D.P.R. 5 ottobre 2011, n. 207,

 

A V V I S A

 

Che l’impresa L.E.P.I. di Giovanni Tranchese via Selva, 187 tel/ fax 081/8035695 - 80030 Castello di Cisterna (NA) P.IVA 01152141212, ha ultimato i lavori di Manutenzione Straordinaria della Pubblica Illuminazione”, e pertanto

 

I N V I T A

 

Chiunque vanti crediti verso la suddetta impresa per indebite occupazioni di aree o stabili ovvero per danni verificatisi in conseguenza dei lavori sopraindicati, a presentare, a questo Comune, entro il termine perentorio di giorni quindici (15) dalla data di pubblicazione del presente avviso, istanza riportante le ragioni dei loro crediti e la relativa documentazione. Fa presente che trascorso detto termine non sarà più possibile tener conto, in via amministrativa, di eventuali richieste a tal fine presentate.

Il presente avviso è pubblicato all’Albo Pretorio on-line e sul sito internet di questo Comune.

Pago del Vallo di Lauro, li 29/10/2013

 

Il RUP

Arch. Luigi Scafuro

In Primo Piano06/10/2013

bando servizio civile

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" COMUNE di PAGO DEL VALLO DI LAURO - AV

Servizio Civile Volontario - Legge 64/2001

Bando per la selezione di n. 8.146 volontari

da impiegare in progetti di servizio civile

In riferimento al "Bando 2

impiegare in progetti di Servizio civile in Italia e all

volontari da impegnare presso questo Comune per i seguenti p

013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale per la selezione di volontari da'estero", è indetta la selezione pubblica per titoli e colloquio di n. 4rogetti:

NOME PROGETTO AREA D'INTERVENTO VOLONTARI PREVISTI

Obiettivo Anziani Assistenza

Amani Assistenza

(Anziani) 2(Disabili) 2

Ente proponente:

DURATA e OBBLIGHI - La durata del serviz

al giorno

emanate dall'Ente

ad adeguarsi a tutte le disposizioni in materia di servizio civile

Associazione EXPOIT AL Yio è di dodici mesi, per complessive l.400 ore e si articola con 30 ore (sei ore) su 5 giorni settimanali. I volontari si impegnano ad espletare il servizio per tutta la sua durata secondo le direttive; a partecipare ai corsi di formazione organizzati dall'ente anche fuori la sede di attuazione del progetto e.

TRATTAMENTO ECONOMICO - Ai volontari in servizio civile spetta un trattamento economico di Euro 433,80 mensi

sarà erogato direttamente dall

servizio e l'ultima dopo un mese dalla f

li, che'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. La prima erogazione awerrà dopo il secondo mese diine del servizio.

PRINCIPALI REQUISITI DI AMMISSIONE - Possono partecipare a

lla selezione tutti i cittadini italiani, senza distinzione di

sesso

di età (28 ann

previsti dall

TITOLO DI STUDIO MINIMO RICHIESTO: Qualifica triennale conseguita presso la scuola secondaria di secondo grado

OBIETTIVI E CONTENUTI principali del progetto: da scaricare dal sito

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE E SELEZIONE DEI CANDIDATI - Le domande possono essere presentate

esclusivamente secondo le seguen

28 gennaio 2009

, che alla data di presentazione della domanda abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo annoi + 364 giorni) e che, alla data di scadenza del bando (4 Novembre 2013 - ore 14.00). posseggono i requisiti'Art. 3 del bando sopra citato.Internet www.expoitaly.itti modalità: 1) con Posta Elettronica Certificata (PEC) - art. 16-bis, comma 5 della legge, n. 2 - di cui è titolare l'interessato avendo cura di allegare tutta la documentazione richiesta in formato pdf;

2) a mezzo

La domanda di partecipazione

Novembre 2013 (deve

p

"raccomandata AJR"; 3) a mano., indirizzata direttamente a questo Comune, deve pervenire entro le ore 14.00 del 4"pervenire", per cui non vale la data del timbro postale) ed essere redatta secondo i modelliredisposti dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile - "Allegato 2" e "Allegato 3" - scaricabili dal sito Internet

www

SARANNO AMMESSE ALLA PROCEDURA SELETTIVA

.expoitaly.it o dal sito www.serviziocivile.gov.it - LE DOMANDE PERVENUTE OLTRE IL TERMINE STABILITO NON.

Alla domanda (A11

.2)va allegata - pena l'esclusione dalle selezioni - fotocopia di valido documento di identi.

AI modello re

saranno valutati solo i titoli allegati.

Per l

proponente approvato dagl

lativo ai titoli (AlI. 3) devono essere allegati tutti i titoli che l'interessato ritiene valutabili: si precisa che'attribuzione dei punteggi si applicheranno i criteri ed i valori fissati dal sistema di reclutamento e selezione dell'Entei organi competenti.

Non

partecipa

è consentito presentare domanda per più di un progetto o per più sedi di progetto, a pena di esclusione dallazione a tutti i progetti cui si riferisce il presente bando.

Non possono presentare domanda coloro che già hanno prestato serviz

io civile.

Il luogo e la data per il colloquio selettivo saranno pubblicati

www

aver preso buona nota

, entro il giorno 19 novembre 2013, sul sito internet.expoitaly.it SENZA ULTERIORE AWISO, e di ciò il candidato con la presentazione della domanda, dichiara di.

I CANDIDATI CHE NON SI PRESENTERANNO AL COLLOQUIO SELETTIVO SARANNO RITENUTI RINUNCIATAR

I

• A completamento di quanto sopra va

lgono le istruzioni emanate dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, nonché quelle

di cu

i al bando di concorso, tutte consultabili al sito web: www.serviziocivile.gov.it Data, 4 ottobre 2013

In Primo Piano03/08/2012

BANDO DI GARA PER LA VENDITA DI IMMOBILI DI PROPRIETA’ COMUNALE MEDIANTE PUBBLICO INCANTO

BANDO DI GARA PER LA VENDITA DI IMMOBILI DI PROPRIETA’ COMUNALE  MEDIANTE PUBBLICO INCANTO

In Primo Piano24/05/2010

Ordinanza Incendi

 

 

 

                                                         

Comune di Pago del Vallo di Lauro

Provincia di Avellino

                                                                        

 

                                                                                                          

ORDINANZA   

Oggetto: PREVENZIONE DEGLI INCENDI LUNGO LE STRADE, NELLE CAMPAGNE E NEI BOSCHI -

 

LA COMMISSIONE STRAORDINARIA

Premesso che

-ai sensi dell'articolo 15 della Legge 24 febbraio 1992 n. 225 il Sindaco è autorità comunale di
protezione civile;

- il D. Lgs 31 marzo 1998 n.112 comprende la lotta agli incendi boschivi nelle attività di
Protezione Civile;

Considerata la necessità di provvedere, con criteri uniformi e durante l'intero anno alla
prevenzione degli incendi nelle campagne, lungo le strade e nei boschi in modo particolare nel
corso dell'estate quando massimo è il rischio;

Vista la legge 24 dicembre 1981 n. 689 "modifica al sistema penale";

Visti gli artt. 17 e 59 del T.U. della Legge di P.S. 18 giugno 1931, n. 773 e gli artt. 449 e 650 del
C.P.;

Visti:

- le prescrizioni di massima e di Polizia Forestale di cui al D.M. 26.1.1966;

- la Legge quadro in materia di incendi boschivi del 21/11/2000 n. 353;

- la L.R. del 7/05/1996 n. 11;

- il Testo Unico degli Enti Locali, Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267, con particolare
riguardo all'ari. 54 in materia di Ordinanze sindacali contigibili ed urgenti per la prevenzione di
gravi pericoli per la pubblica incolumità;

Ritenuto necessario ribadire gli obblighi degli enti e dei privati a tutela degli ambienti naturali, del
patrimonio boschivo e a salvaguardia dell'incolumità pubblica;

Rilevata la esistenza di una concreta situazione di rischio per la incolumità pubblica e privata a
causa dell'andamento climatico e della presenza della vegetazione spontanea lungo le fasce
stradali e sui terreni incolti;

Considerato che il dar fuoco alle stoppie ed agli altri residui di lavorazione agro-silvo-
pastorale risulta essere tra le principali cause della diffusione degli incendi boschivi sul territorio
provinciale;

Atteso la propria competenza ai sensi dell'art. 54 del D.L.vo 267/2000, nonché del vigente Statuto
Comunale;

ORDINA

 

A TUTTI I PROPRIETARI - CONDUTTORI - DETENTORI a qualsiasi titolo di aree confinanti con strade, boschi, abitazioni sparse, centri urbani, strutture turistiche - artigianali e industriali, di provvedere, con decorrenza immediata :

1. alla rimozione dai terreni, per una fascia non inferiore ai 50 metri dalle strade comunali e
dai complessi edificati, ogni residuo vegetale o qualsiasi materiale che possa favorire
l'innesco di incendi e la propagazione del fuoco;

2. al decespugliamento laterale lungo le strade (in corrispondenza di strade principali che
attraversano comprensori boscati a maggior rischio di incendio - infiammabilità delle
specie, esposizione, accumulo di sostanza organica, aree di sosta turistiche....) da
effettuare, con mezzi manuali e meccanici, mediante la ripulitura laterale delle strade dalla
copertura erbacea ed arbustiva per una fascia variabile tra i 5 ed i 20 metri;

3. al decespugliamento laterale ai boschi (lungo il perimetro di aree boscate, va creata una
fascia di rispetto, priva di vegetazione, tale da ritardare o impedire il propagarsi degli
incendi);

DISPONE

 

Ai trasgressori della presente Ordinanza saranno applicate le sanzioni amministrative previste per
legge (Legge n.3 del 16 gennaio 2003 "Disposizioni ordinamentale in materia di Pubblica
Amministrazione) da un minimo di euro 51,65 ad un massimo di euro 516,46, salvo quant'altro
previsto dalla legge 353/2000 in materia penale.

La Polizia Municipale, il Corpo Forestale dello Stato e tutte le Forze di Polizia sono incaricate del
controllo circa l'osservanza della presente ordinanza.

La presente Ordinanza è trasmessa: al Comando di Polizia Municipale; al Comando Stazione
Carabinieri di Lauro (AV); al Comando Stazione Forestale di Lauro; al Commissariato della Polizia di Stato di Lauro; al Comando della Guardia di Finanza di Baiano

Di dare alla presente ordinanza la più ampia diffusione previa affissione di manifesti, locandine,
comunicati stampa, pubblicazioni sul sito Web del Comune.

Richiama infine,

l’attenzione dei cittadini a segnalare l’avvistamento di un incendio ad una delle seguenti amministrazioni:

081/8250811 Comando Polizia Municipale

0825/765670 sala Operativa Unificata Permanente Provinciale

800449911 numero verde Regione Campania

115 Vigili del Fuoco

1515 Corpo Forestale dello Stato

 

Pago del Vallo di Lauro,li 18/05/2010

 

LA COMMISSIONE STRAORDINARIA

          

In Primo Piano07/01/2009

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